L'ELFO
PENSANTE
Lontano dal bosco mi rifugio in una coltre di nebbia,
svanisce la tua essenza,
il tuo flusso d'energia
cerco di scappare dalle insidie del potere magico,
ma si frena ogni istante e non riesco a consacrare
l'immagine infinita, quell'elfo che solida creatura
si ribella, non è forse il tuo divenire,
ma una sfocata foto ingrandita.
Sappi sovrastare il cielo nelle notti grigie,
ma nella nuvola che ti porgo,
non perdere il tuo profilo
sorvola ogni accanimento, ogni dubbio
ogni sapere che si ritrova con armonia immaginaria.
Tu prendi il giallo che il Sole dona
E poi racchiudilo nel fuoco del tuo sentiero
Nella tormenta della bufera che inganna
Sappi contestare il nulla, quando troverai la gioia,
che non separa ma unisce gli animi della tristezza delusa.
Ti pacifico con il silenzio,
di un sonno che dura da mille anni di ricerche,
d'infiniti giochi che sospendono ogni inferno terreno.
Una vita di colori non è possibile afferrarla,
ma renderla tale è dovere di voi creature magiche,
che con il merito del vostro incanto,
rivendicate ogni terra di sorrisi.
Troppe le follie del pensiero
Per recuperare i crediti di un gioco disfatto.
Non si cavalca l'onda di un possibile perdente,
ma come donare all'altro un sé inesistente,
se quello che si vede è il volto
di altri cento oceani divisi?
Claudia Manuela Murabito RETURN
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